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Strage di Ravanusa, notificati 10 avvisi di garanzia per vertici Italgas

Arriva una prima svolta nelle indagini sulla strage di Ravanusa.

I carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, guidati dal colonnello Vittorio Stingo, hanno notificato 10 avvisi di garanzia ai componenti di vertici dell’Italgas nazionale a regionale.

L’operazione di notifica è stata terminata pochi minuti fa. Contestati i reati di disastro e omicidio colposo plurimo.

La Procura della Repubblica, pochi minuti fa è intervenuta sulla vicenda con questa nota a firma del capo dell’Ufficio, Luigi Patronaggio: In relazione alle notizie uscite in queste ore sulle maggiori agenzie di stampa e sulle testate on line di diversi quotidiani, in ordine al disastro di Ravanusa, la Procura della Repubblica di Agrigento, nel confermare l’invio di 10 avvisi di garanzia nei confronti di dirigenti e tecnici della società Italgas, precisa che gli avvisi sono stati notificati unicamente a garanzia dei possibili indagati dovendosi svolgere accertamenti tecnici irripetibili sui luoghi, sulle reti e sui materiali degli impianti di distribuzione del metano.
Il collegio peritale, in particolare, coordinato dal Proc. Agg. dott. Salvatore Vella, effettuerà operazioni di scavo, di campionamento di terre di scavo, analisi visive e strumentali,a partire dal giorno 4.1.022.
Ulteriori notizie, nel rispetto del segreto investigativo e a garanzia della privacy degli indagati, perdurando la rilevanza publica dei fatti, saranno fornite in prosieguo unicamente con comunicati ufficiali di quest’Ufficio secondo la nuova normativa vigente .

L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella e dai sostituti Sara Varazi e Chiara Bisso. Si indaga per disastro colposo ed omicidio colposo plurimo. Gli avvisi di garanzia sarebbero un atto dovuto per permettere agli inquirenti di svolgere “atti irripetibili”.

Lo scorso 11 dicembre una forte esplosione – prodotta da una “bolla” o ” camera” di metano innescata da una casuale scintilla – ha squarciato un intero quartiere provocando nove vittime (dieci con il piccolo Samuele che stava per nascere). Sul come e sul perché si sia creata la “bolla’ , e perfino sul punto esatto dove la stessa si sia creata (al momento localizzata al di sotto o in adiacenza della abitazione del civico  n. 65 di via Trilussa), permangono dubbi che saranno sciolti dalle investigazioni tecniche e di polizia giudiziaria in corso. Per questo motivo è stato creato un pool di investigatori con le indagini che sono state affidate al Nucleo Operativo dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, guidati dal maggiore Luigi Balestra, e al Nucleo Investigativo Antincendio di Palermo comandato dall’ ingegnere Pedone. E’ stato, inoltre, costituito un collegio peritale, coordinato dal Prof. Ing.  Antonino Barcellona, costituito dagli ingegneri  Gianluca Buffa, Giovanni Vella e Alessandro Benigno. Si è inoltre fatta riserva di nominare un consulente geologo e un altro esperto in materiali esplodenti.

Contestualmente è stato dato incarico a tre medici legali di svolgere l’esame autoptico sui corpi delle vittime con un quesito volto a conoscere le cause del decesso e la presenza di tracce di gas, o di altri elementi volatili, nei tessuti molli , nei polmoni e nel cervello delle stesse. 

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Redazione