Un gruppo criminale che sfruttava la prostituzione di giovane donne, prevalentemente straniere, è stato sgominato dalla polizia che sta eseguendo un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Caltagirone, Giuseppe Tigano su richiesta della locale Procura.
Secondo l’accusa il gruppo avrebbe avuto ramificazioni anche in altre regioni italiane.
L’operazione, denominata ‘Sex indoor’, ha portato anche alla chiusura di quattro case in cui si esercitava la prostituzione e bloccato un ‘giro d’affari’ illegale stimato dagli investigatori in circa 130mila euro l’anno.
Il provvedimento del Gip dispone misure cautelari detentive e il sequestro preventivo di risorse finanziarie e patrimoniali. L’operazione è stata eseguita da personale del Commissariato di Caltagirone con l’ausilio della Squadra mobile di Catania e Agrigento, del reparto Prevenzione crimine Sicilia orientale e delle unità cinofile della Questura di Catania.
Gli arrestati sono Claudio La Gona, 44 anni e il fratello Alessandro La Gona, 40 anni; Gaetano Muscia, 77 anni; Antonella Blatti, 31 anni, tutti di Caltagirone; Salvatore Di Caro, 50 anni di Favara; Carlo Giuseppe Saglimbene, 71 anni di Catania; Luz Maria Fernandez Rosario, 46 anni, Carmen Julia Garcia Sanchez, 41 anni entrambe dominicane e residenti a Catania.
L’operazione, denominata ‘Sex indoor’, nasce da una indagine su un tentativo di estorsione portato avanti da Claudio La Gona ai danni di una commerciante. Una volta sotto intercettazione, l’uomo non sapendo di essere controllato, ha svelato l’esistenza dell’organizzazione criminale dedita al meretricio.
Come detto, l’inchiesta ha portato anche alla chiusura di quattro case in cui si esercitava la prostituzione e bloccato un ‘giro d’affari’ illegale stimato dagli investigatori in circa 130mila euro l’anno. Ad alcuni degli arrestati sono contestati anche la cessione di sostanze stupefacenti, la fabbricazione artigianale di armi, il riciclaggio di denaro e truffe ai danni di compagnie telefoniche e assicurative. Ruolo di spicco nell’associazione è ricoperto da Claudio La Gona, indagato anche per estorsione, coadiuvato nell’attività criminosa dalla compagna e dal fratello che sarebbe l’anello di collegamento con la criminalità catanese.
Secondo un collaudato sistema di rotazione donne e transessuali giungevano a Caltagirone dove ‘lavoravano’ per una-due settimane in quattro immobili di proprietà dei due fratelli per poi essere destinate all’attività di meretricio gestita in altri territori, anche al di fuori dalla Sicilia.
Nel gruppo c’era anche chi eseguiva quotidianamente servizi di trasferimento da un luogo all’altro delle prostitute e chi si occupava anche del reclutamento di “colleghe” e delle inserzioni pubblicitarie su siti di incontri, richiedendo come pagamento delle ricariche poste-pay. Il favarese è accusato in particolare di aver reclutato in modo stabile ed organizzato prostitute da inserire nel mercato calatino gestito da due fratelli del posto. Inoltre, secondo l’accusa, avrebbe anche organizzato le trasferte delle donne (oggi persone offese) gestendo incassi e imponendo tariffe per le prestazioni.