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Omicidio stradale, accusa amico di essere alla guida ma era falso: arrestato

Arrestato per omicidio stradale un 26enne che aveva cercato di eludere le indagini scaricando la colpa di un grave incidente su uno dei passeggeri. All’alba i carabinieri della Compagnia di Taormina hanno eseguito la custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Messina, su richiesta della procura, nei confronti del giovane di Piedimonte Etneo, gia’ noto alle forze dell’ordine, accusato di omicidio stradale pluriaggravato, lesioni stradali pluriaggravate e calunnia. Un 19enne nel giugno 2020 era morto a Giardini Naxos e la sua fidanzata, allora minorenne, era rimasta gravemente ferita. Adesso il 26enne rischia fino a 18 anni di carcere. La vittima, secondo le indagini dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo della Compagnia di Taormina, alla guida del suo scooter stava percorrendo la centralissima via Vittorio Emanuele, quando ha impattato contro la fiancata posteriore di una vettura che, nella stessa direzione di marcia, stava compiendo una manovra improvvisa per svoltare a sinistra. A seguito del violento scontro, lo scooter ha strisciato sull’asfalto per alcune decine di metri, mentre l’auto ha terminato la sua corsa andando ad urtare contro lo spigolo di un’abitazione. Il conducente della moto, trasportato d’urgenza all’ospedale San Vincenzo di Taormina, e’ morto poco dopo, mentre la fidanzata e’ stata ricoverata in prognosi riservata per piu’ di 30 giorni a seguito delle diverse lesioni subite agli arti inferiori e agli organi interni. Anche i cinque passeggeri dell’auto hanno riportato alcune lesioni, sebbene di entita’ piu’ lieve. Nell’immediatezza il 23enne che aveva riferito di essere alla guida dell’auto, e come tale era stato indicato anche dagli altri passeggeri, era stato sottoposto agli accertamenti medici circa l’abuso di sostanze alcoliche e di stupefacenti con esito positivo e pertanto indagato in stato di liberta’ per omicidio stradale e lesioni stradali. 

Dalle immagini di videosorveglianza acquisite si e’ visto chiaramente che la vettura procedeva ad alta velocita’ in orario notturno su una strada comunale, stretta e a doppio senso di circolazione e aveva eseguito una improvvisa manovra per svoltare a sinistra senza azionare la freccia dopo un sorpasso azzardato. Tuttavia, nel dicembre dello scorso anno, colui che era stato identificato come conducente, in sede di interrogatorio, aveva smentito quanto dichiarato nell’immediatezza dei fatti da lui e dagli altri passeggeri, rivelando che quel giorno non era lui alla guida. A seguito di tali dichiarazioni sono stati effettuati immediatamente ulteriori approfondimenti investigativi, anche attraverso attivita’ tecniche, che hanno permesso di accertare che effettivamente al momento dell’incidente, alla guida c’era il 26enne oggi arrestato. In particolare, i carabinieri hanno scoperto che la decisione di indicare l’indagato originario quale conducente, era stata concertata inizialmente tra i cinque amici in quanto l’unico ritenuto sobrio. I cinque ragazzi, originari di Piedimonte Etneo, quel giorno avevano trascorso una serata a Giardini Naxos frequentando diversi locali e note piazze di spaccio. In particolare sarebbe stato il 26enne a convincere gli altri passeggeri a rendere dichiarazioni false, facendo anche leva sul suo ‘curriculum criminale’. Tra l’altro questi non avrebbe manifestato alcuna forma di ripensamento, continuando a negare le proprie responsabilita’, esercitando continue pressioni nei confronti degli altri passeggeri rimasti a lui fedeli e minacciando di ripercussioni violente uno di loro e una spedizione punitiva nei suoi confronti, per il solo fatto di avere cambiato leggermente versione, fornendo una dichiarazione piu’ ‘neutra’. Dalle indagini sono emersi anche ulteriori particolari, come la circostanza secondo la quale il conducente avrebbe addirittura visto sopraggiungere il motoveicolo dallo specchietto retrovisore e avrebbe comunque eseguito la manovra per svoltare a sinistra. Inoltre, l’indagato aveva avanzato richiesta di risarcimento danni per le ferite subite durante l’incidente quale passeggero. Il gip, considerati gli indizi gravi, precisi e concordanti e il pericolo di reiterazione di reati e di inquinamento probatorio, ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere e rischia una condanna fino a 18 anni, mentre gli altri passeggeri sono indagati in stato di liberta’ per i reati di calunnia e favoreggiamento personale. (AGI)

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Redazione