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Manca braccialetto elettronico, 43enne resta in carcere

Dichiarato incompatibile con il sistema detentivo, ha avuto dal tribunale di Catania il beneficio degli arresti domiciliari “con il dispositivo del braccialetto elettronico che attualmente non e’ disponibile, impedendo l’attuazione del provvedimento”. E’ la storia di un uomo di 43 anni di Catania, rinchiuso nel reparto San Paolo del carcere napoletano raccontata dal garante campano delle persone private della liberta’, Samuele Ciambriello. al termine della visita effettuata nel reparto infermeria del penitenziario partenopeo.

L’uomo, spiega Ciambriello in una nota, “e’ in carcere, appellante, per reati associati al 416 bis, attualmente ristretto nel centro clinico, reparto San Paolo, poiche’ affetto da una grave forma di discopatia lombare, cardiopatia ipertensiva e altro. Dal 22 luglio viene dichiarato dal tribunale di Catania incompatibile con il sistema detentivo, e gli sono stati concessi gli arresti domiciliari con il dispositivo del braccialetto elettronico che attualmente non e’ disponibile, impedendo l’attuazione del provvedimento”. “Quindi da 42 giorni questa persona per colpa delle farraginose e infinite procedure, che pur avendo fatto una gara per i braccialetti, attualmente si ha difficolta’ a reperirli. Ho gia’ denunciato piu’ volte questa anomalia tutta italiana”, dice ancora Ciambriello . L’altro caso evidenziato dal Garante e’ quello di un 84enne di Salerno accusato di usura. “Quest’ultimo, infatti, giace inerme nel proprio letto nel centro clinico interno all’Istituto, affetto da vasculopatia cerebrale cronica, insufficienza renale, e reduce da un’operazione al femore presso l’ospedale Cardarelli in seguito ad una caduta, attualmente assistito solo da un piantone in quanto assolutamente non autonomo”, dice sempre il Garante. “Nella piena consapevolezza che la giustizia debba fare il suo corso nell’accertamento delle responsabilita’ del detenuto e per le gravi accuse, ritengo che a 84 anni, con un tale quadro clinico, sia necessario ricorrere agli arresti domiciliari con braccialetto, o l’arresto presso una struttura sanitaria”, conclude Ciambriello.

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Redazione