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Mafia, “ucciso nel 1990 perché vicino al clan rivale”: 2 arresti

I carabinieri del Ros, con il supporto dei militari del Comando provinciale di Messina, hanno eseguito stamani a Barcellona Pozzo di Gotto due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip della città dello Stretto su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, a carico di Domenico Abbate, 51 anni, e Renzo Messina, 52 anni. 

Gli arresti sono scattati nell’ambito delle indagini sull’omicidio e l’occultamento del cadavere di un 23enne, ucciso l’8 aprile del 1990, perché sospettato di essere vicino al gruppo rivale dei ‘chiofaliani’ e ritenuto autore di un furto ai danni di una ditta del luogo ‘protetta’ dai barcellonesi, che avevano imposto il pizzo ai proprietari. A confermare questa ricostruzione dei fatti anche le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.  Nel pomeriggio dell’8 aprile 1990 Abbate e Messina, ritenuti dagli investigatori contigui alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, avrebbero avvicinato la vittima, portandola con un pretesto nella frazione di Gala, dove ad attenderli c’erano i vertici dell’organizzazione mafiosa, che dopo un sommario interrogatorio, ne avrebbero decretato l’uccisione. 

“La scomparsa del giovane va ad aggiungersi ai numerosi casi di lupara bianca che tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 si registrarono nella zona tirrenica della Provincia di Messina nella cruenta guerra tra i barcellonesi e l’avverso gruppo dei chiofaliani”, spiegano i carabinieri.

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Redazione