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Mafia, estorsioni e voto di scambio: colpo al clan Laudani (i nomi)

Un’operazione antimafia dei carabinieri del comando provinciale di Catania è stata eseguita contro un clan di Randazzo ritenuto inserito nella cosca mafiosa Laudani.

Oltre 200 militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare del Gip del capoluogo etneo Daniela Monaco Crea, nelle provincie di Catania, Cagliari e Rimini. 

Più di 30 gli indagati accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e munizioni e concorso in violazione di domicilio aggravata da violenza sulle cose a mezzo di incendio.

E’ contestata anche l’aggravante del metodo mafioso. 

L’operazione ‘Terra Bruciata’, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo (profondo conoscitore del clan mafioso Laudani) e dal sostituto Assunta Musella della Direzione distrettuale antimafia etnea guidata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro ed eseguita da carabinieri di Catania, ha permesso di disarticolare il gruppo dei Sangani, operante nel Randazzese quale articolazione territoriale del clan Laudani, detti “mussi i ficurinia” (‘labbra di ficodindia’).

Secondo la Procura, “oltre ad un fiorente traffico di cocaina, hashish e marjuana”, l’indagine ha “consentito di documentare come gli indagati abbiano, nel corso degli anni, esercitato un asfissiante e capillare controllo del territorio ai danni di attività economiche della zona, i cui titolari venivano intimiditi con minacce e danneggiamenti per sottostare al pagamento del ‘pizzo'”.

Durante le indagini, inoltre, militari dell’Arma hanno trovato, sotterrato in una località di campagna, un arsenale costituito da pistole, fucili e numerose munizioni.

Nell’inchiesta sono confluiti atti sulle elezioni amministrative di Randazzo dell’anno 2018: per l’accusa dagli accertamenti “sono emerse interferenze degli appartenenti al sodalizio mafioso sull’Amministrazione Comunale e, in particolare, su tre rappresentanti, attuali e passati, di quel Comune”. Dettagli sull’operazione ‘Terra bruciata’ sono stati resi noti in una conferenza stampa tenuta nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Catania.

Gli arrestati sono: Salvatore Sangani detto Turi, classe 1964; Francesco Sangani detto Paolo, classe 1986; Samuele Portale, classe 1988; Pietro Pagano detto Piero, classe 1981; Vincenzo Lo Giudice detto “mastro”, classe 1965; Giovanni Farina, classe 1985; Salvatore Crastì Saddeo detto “u niuru”, classe 1976; Michael Sangani, classe 1995; Marco Portale, classe 1982; Francesco Gullotto detto Ciccio, classe 1977; Giuseppe Costanzo Zammataro detto “Pippo u pazzo”, classe 1963; Giuseppe Sciavarello, classe 1980; Alfredo Magione detto “u cumpari”, classe 1968; Daniele Camarda detto “parillitta”, classe 1970; Salvatore Bonfiglio detto Turi, classe 1990; Salvatore Russo, classe 1996; Christian Cantali detto “San Martino”, classe 1997; Francesco Rapisarda detto “Ciccio ninfa”, classe 1975; Antonino Lupica Tonno detto Nino, classe 2001.

È stato notificato l’avviso di conclusione indagini ad altre 13 persone

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Redazione