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Inchiesta sui dati Covid falsi: le intercettazioni

“61 Agrigento, 75 Caltanissetta, 90 Catania, 508 Palermo…”. Così snocciola i dati dei nuovi positivi il funzionario Salvatore Cusimano, uno dei tre dirigenti regionali finiti agli arresti domiciliari nel blitz di questa mattina dei carabinieri del Nas nell’ambito dell’indagine della procura di Trapani sulle false comunicazioni dei dati Covid all’Istituto superiore di sanità.

Dati che fanno saltare sulla sedia un’altra arrestata la dottoressa Maria Letizia Di Liberti che urlando al telefono risponde a Cusimano: “Ma che dici? Ma che dici? No, scusa non può essere, se sono quei i dati definitivi, Palermo va in zona rossa subito, subito”. Il 19 marzo all’assessorato alla Sanità entrarono nel panico. Si erano appena accorti che dall’ospedale Cervello di Palermo non avevano comunicato 228 pazienti positivi, non registrati nei giorni precedenti. Con quelli del Cervello i nuovi positivi sarebbero schizzati ad oltre 730 casi. “Ma li avete messi i dati del Cervello?” chiede la Di Liberto sperando che nei 508 ci siano anche quelli dell’ospedale ritardatario.

Ma invece Cusimano la gela: “No, no, no, senza Cervello, senza Cervello”.Con 730 nuovi positivi è un incubo, con 508 si va diretti in zona rossa. Che fare? La soluzione arriva dopo il consulto con l’assessore Razza: “A questo punto io scenderei sotto i 400 su Palermo. Ho parlato con Ruggero e facciamo il punto domani”. Chiede Cusimano: “Di queste cose qua?”. Risponde la dirigente generale: “Sì, sì, sì, quindi 508 lo portiamo a 370… che ne so una cosa di queste… sono numeri esageratissimi… E ci aggiungiamo 1.000 tamponi”. In modo che anche il tasso di contagiosità restasse sotto i livelli di guardia per evitare maggiori restrizioni. (LaPresse).

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Redazione