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Impronta digitale riapre un “cold case”, 53enne a processo per un omicidio del 1990

Accogliendo la richiesta del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Alessandra Russo, il gup di Catania Carlo Cannella, ha rinviato a giudizio per omicidio aggravato Rosario Guzzetta, 53 anni, ritenuto l’assassino, nel 1990, di Rosario Cinturino, strangolato nella sua auto con una corda. Prima udienza del processo dinanzi alla corte d’Assise di Catania sara’ il prossimo 10 febbraio.

Il delitto, secondo la ricostruzione della Procura sarebbe maturato per contrasti tra i due nella spartizione di proventi derivanti dal traffico di sostanze stupefacenti. La vicenda sarebbe rimasta irrisolta se non ci fosse stata una svolta dovuta all’archiviazione di dati di vecchi fascicoli della polizia scientifica dai quali e’ emerso che sul luogo dell’omicidio erano stati repertati anche due frammenti di “impronte papillari”.

Uno di questi corrispondeva al pollice della mano sinistra di Rosario Guzzetta, che era stato fotosegnalato nel dicembre del 1984 per rapina”. Tutto portava all’indagato, che pero’ risultava essere stato detenuto dall’ottobre del 1986 al gennaio del 1993. Ma accertamenti disposti dalla Procura ed eseguiti dalla squadra mobile di Catania hanno permesso di verificare che il giorno del delitto Guzzetta non era in prigione: aveva ottenuto un permesso premio dal 15 al 30 marzo del 1990 e quindi il 28 marzo di quell’anno non era nel carcere di Nicosia dove era recluso.

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Redazione