Nella mattinata odierna, all’esito delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania ed eseguite dai Carabinieri della Compagnia di Paternò , è stata data esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania nei confronti di 5 soggetti, tutti destinatari di provvedimento di custodia in carcere, per il reato di estorsione in concorso pluriaggravata.
In carcere: Giuseppe Amantea, 63 anni di Paternò; Filippo Cunsolo, 48 anni di Paternò; Rosario Cunsolo, 34 anni di Paternò, Barbaro Messina, 41 anni di Paternò; Emanuele Consolato Pedalino, 28 anni di Paternò
Le indagini prendevano le mosse dalla denuncia presentata nello scorso giugno da un soggetto di Paternò il quale, spaventato dalle pesanti minacce e violenze subite, riferiva ai Carabinieri della locale Compagnia che il figlio minorenne qualche giorno prima, nel compiere un furto dentro un casolare abbandonato, aveva trovato delle munizioni che aveva consegnato successivamente a Pedalino. Quest’ultimo, accusandolo di aver rubato anche alcune armi ivi occultate, pretendeva la cifra di €2.000 per il presunto danno subito, colpendo il minore con schiaffi e con un frustino da cavallo e minacciandolo di ulteriori conseguenze.
Successivamente il padre del minore, nella centralissima via Teatro di Paternò, veniva aggredito con schiaffi e pugni da Rosario Cunsolo, il quale – anche unitamente al padre Filippo Cunsolo – ribadiva la richiesta estorsiva di euro 2.000 già avanzata da Pedalino. La vittima si rivolgeva quindi a Barbaro Messina e Amantea Giuseppe chiedendo loro di intervenire quali intermediari, in virtù del loro carisma criminale, anche al fine di mitigare le richieste dei Cunsolo e di Pedalino. Tuttavia, Messina ed Amantea, seppure intervenuti su richiesta della vittima, che ritenevano di accogliere per affermare vieppiù il loro prestigio criminale, pressavano la stessa persona offesa, costringendola a consegnare un acconto di €500 a Messina Barbaro che doveva poi riversarla ai citati Cunsolo.
Le indagini, svolte anche attraverso attività tecnica di intercettazione e servizi di osservazione controllo e pedinamento, permettevano di riscontrare le dichiarazioni convergenti delle due vittime, nonché di accertare il pieno coinvolgimento di tutti i destinatari di misura nel concorso nell’estorsione.