Categories: AperturaGiudiziaria

Ambulanza della morte: chiesti 30 anni per barelliere

Trent’anni di carcere: è la richiesta formulata alla Corte d’Assise di Catania (presidente Sebastiano Mignemi) dal pm Andrea Bonomo per Davide Garofalo, accusato di tre omicidi, nell’ambito del processo “Ambulanza della morte”.

Il pubblico ministero nella requisitoria ha tenuto conto dell’aggravante della minorata difesa delle vittime: Salvatore Gagliano, Agatina Triscari e Salvatore Cadile. Tutti malati terminali che, dimessi dall’ospedale, sarebbero stati uccisi da Garofalo, in ambulanza, nel tragitto verso le loro abitazioni. Non ritenute sussistenti, invece, le aggravanti relative alla crudeltà e all’uso di mezzi insidiosi. Da qui la mancata richiesta dell’ergastolo.

Davide Garofalo, oltre ai tre presunti omicidi, è accusato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, nei confronti di una impresa di onoranze funebri per imporne un’altra ‘gradita’. Nell’inchiesta oltre a Garofalo c’è un secondo imputato che si trova a piede libero: Agatino Scalisi, accusato di un quarto presunto omicidio (quello di Maria Giardina), segue un altro percorso, avendo scelto il rito abbreviato, per il quale si attende la sentenza. Il caso aveva fatto luce sul trasporto privato in ambulanza di pazienti terminali. Secondo tale sistema, avallato dal clan mafiosi di Adrano e Biancavilla, persone in fin di vita, dimesse dall’ospedale, sarebbero state uccise con un’iniezione d’aria nel breve tragitto verso casa, che avrebbe provocato una embolia gassosa (camuffata come improvvisa morte naturale).

Un sistema dell’orrore messo in piedi, secondo l’accusa, per lucrare un compenso di 200-300 euro a vittima: una provvigione riconosciuta dall’agenzia di onoranze funebri ‘gradita’ che si era ‘aggiudicata’ il servizio del funerale.

Share
Published by
Redazione
Tags: barelliereergastolomorti