Agrigentino di nascita, incensurato fino a pochissimo tempo addietro. Quattro anni fa i primi guai con la giustizia quando viene arrestato nell’inchiesta Poi il suo nome comincia a circolare nelle carte delle inchieste e rimedia una condanna a nove anni (in primo grado) per mafia ed estorsione. È stato cognato di Donatello Canzonieri, elemento di spicco dell’ala militare della Ndrangheta reggina, oggi è invece parente (genero e nipote acquisito) degli ergastolani Giuseppe e Pippo Barreca, storici boss dell’omonima ndrina di Pellaro e Bocale. Marcello Bellini, 49 anni, di Agrigento, è uno dei duecento indagati nella maxi inchiesta denominata “Millenium” culminata questa mattina con l’arresto da parte dei carabinieri di 97 persone. Bellini, non raggiunto da misura, è accusato di scambio elettorale politico mafioso.
Il contesto è quello delle elezioni regionali del 2020 in Calabria. L’accusa mossa all’agrigentino, in qualità di membro della cosca, è quella di aver procurato voti ad una candidata in cambio di “varie utilità quali false certificazioni mediche e amministrative, corsie preferenziali in strutture amministrative e mediche”. E in particolare: “In particolare, grazie all’aiuto di Marcello Bellini, Giglio auspicava di ottenere una quarantina di voti solo nella zona di Bocale ed il 22 agosto 2018 i recava a fargli visita, ponendo in evidenza, difronte ai presenti all’incontro, i saldi legami criminali che legavano Bellini alla cosca Barreca e, a sua volta, quelli che legavano anche la propria famiglia alla medesima consorteria, risalenti a molti anni prima”.
Scrive il gip: “Quanto alle posizioni individuali degli indagati non vi è dubbio circa la consumazione del reato in concorso tra Giglio e Tripodi. Essi hanno ideato e attuato, in perfetta sinergia operativa, il piano elettorale di ottenere il sostegno della cosca Barreca, spingendosi fino ad avanzare la richiesta elettorale, congiuntamente al Barreca, nel corso di un rischiosissimo incontro de visu. parimenti certa è l’ascrivibilità del reato agli indagati Bellini (per cui tuttavia non si avanza richiesta cautelare) e Barreca Giuseppe”.