Proseguono icontrolli straordinari del territoriodei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro, al fine di accertare e quindi reprimere le violazioni sulla legislazione sociale e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.
In questa circostanza, i Carabinieri della Tenenza di Mascalucia, quelli della Stazione e della Sezione Radiomobile di Gravina di Catania, con il supporto della Compagnia di Intervento Operativo C.I.O. del XII° Battaglione “Sicilia”, hanno ispezionato due attività di autolavaggio, denunciandone i proprietari per omessa sorveglianza sanitaria dei dipendenti, per aver installato impianti non autorizzati di videosorveglianza, e per aver impiegato lavoratori extracomunitari privi del permesso di soggiorno,
Il focus dei militari dell’Arma è stato rivolto dapprima alla società con sede a Gravina di Catania, che si occupa sia del lavaggio che della vendita di veicoli. Qui, i Carabinieri hanno scorto 5 lavoratori intenti a pulire auto, ma 2 di loro erano “in nero”, perché mai assunti regolarmente. Peraltro, un impiegato di origini indiane, è risultato irregolare sul territorio italiano, perché privo di permesso di soggiorno, e comunque, nessuno di loro era stato sottoposto a sorveglianza sanitaria, ovvero l’insieme dei controlli medici che vengono effettuati da un dottore competente, all’interno dell’azienda, al fine di accertare l’assenza di controindicazioni al lavoro e prevenire l’insorgenza di malattie professionali. La titolare, una 37enne residente a Mascalucia, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria.
Oggetto dei controlli, è stato poi un altro autolavaggio con sede nella periferia sud di Mascalucia, presso il quale il titolare, un 61enne catanese, stava facendo lavorare due italiani mai assunti e due cittadini indiani senza permesso di soggiorno.
Durante la verifica, i militari dell’Arma hanno accertato, inoltre, che nessuno di coloro che era stato assegnato ai lavaggi dei veicoli era stato sottoposto ad adeguata formazione e alla prevista sorveglianza sanitaria, e anche qui, l’aera era munita di numerose telecamere di videosorveglianza per le quali, però, non era mai stata richiesta l’autorizzazione.
Queste criticità emerse dagli accertamenti dei Carabinieri, hanno fatto scattare, oltre alla denuncia penale per entrambi i titolari delle imprese, anche sanzioni amministrative per 5.000€, una maxi sanzione per aver impiegato lavoratori “in nero” di quasi 13.000€, ammende per altri 3.000€, con recupero di contributi assicurativi e assistenziali pari a 1.900€.