Il maxi sequestro di cocaina a Porto Empedocle, shock in aula: “Obbligati e minacciati di morte”

Redazione

| Pubblicato il giovedì 03 Aprile 2025

Il maxi sequestro di cocaina a Porto Empedocle, shock in aula: “Obbligati e minacciati di morte”

di Redazione
Pubblicato il Apr 3, 2025

Un’udienza a tratti drammatica, caratterizzata da dichiarazioni fino ad oggi inedite. Tre dei quindici imputati decidono di parlare per la prima volta ai giudici e accusano due compagni dell’equipaggio della “Plutus”, la motonave che nell’estate 2023 venne fermata con oltre cinque tonnellate di cocaina a bordo al largo di Porto Empedocle. Ancora oggi risulta essere il più grande sequestro di polvere bianca mai effettuato in Italia per un valore di 850 milioni di euro. È ripreso questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, il processo a carico dei quindici membri dell’equipaggio della motonave “Plutus” e del peschereccio “Ferdinando d’Aragona”.

Tre di loro hanno deciso di parlare per la prima volta e accusare altri due compagni di traversata – Ergin Tahir Aycun e Eran Tekin, entrambi turchi, imputati insieme a loro – di violenze e minacce. I tre hanno raccontato di essere stati costretti dai turchi a trasportare del “materiale illegale” (che a loro dire non sapevano fosse cocaina) senza fare domande e che se si fossero rifiutati avrebbero fatto del male non soltanto a loro ma anche a familiari e parenti. I due, secondo quanto raccontato in aula, durante la traversata avrebbero anche sequestrato tutti i cellulari ai membri dell’equipaggio. Una versione, quella fornita dai tre membri dell’equipaggio, fino ad oggi inedita e che dovrà essere sottoposta al vaglio del tribunale. Il processo proseguirà il prossimo 10 aprile per sentire altri imputati, difesi dagli avvocati Leonardo Marino, Giancarlo Liberati, Alessia Dzedzinska e Maria Paola Polizzi. E non sono esclusi ulteriori colpi di scena.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federica La Chioma, non soltanto ha permesso di sequestrare cinque tonnellate di cocaina ma ha fatto anche luce su un articolato gruppo di trafficanti. Le indagini nascono dal ritrovamento di 56 chili di hashish nella disponibilità di due pregiudicati palermitani. L’attività investigativa ha così permesso di ricostruire i movimenti telefonici effettuati esclusivamente da utenze criptate olandesi. Si è così delineata, con il proseguo delle indagini, una ben radicata organizzazione criminale dedita al narcotraffico operativa tra la Sicilia e la Calabria. Il blitz scatta la notte del 19 luglio 2023. Gli investigatori tengono d’occhio la motonave Plutus, battente bandiera di Palau, piccolo arcipelago vicino le Filippine. L’imbarcazione effettua movimenti anomali, cambi di rotta, non comunica gli spostamenti alle autorità. Ed è proprio in quel momento che entra in scena il peschereccio “Ferdinando d’Aragona” che, a circa quaranta miglia dalle coste italiane, recupera una serie di pacchi gettati in mare. La Guardia di Finanza entra in azione e blocca il peschereccio, portandolo nel porto più vicino: Porto Empedocle. Vengono così rinvenuti ben 187 colli contenenti 24 panetti ciascuno: sono 5,3 tonnellate di cocaina. La nave Plutus, che aveva tentato una fuga, verrà bloccata in seguito e portata nel porto di Termini Imerese. 

Quindici gli imputati accusati di associazione a delinquere finalizzata al trasporto, commercio, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti aggravata dalla transnazionalità e dall’ingente quantità. Si tratta di Yanis Bargas, 20 anni; Murad Osmanov, 29 anni; Elamr Hamzayev, 26 anni; Yeroslav Malenkov, 75 anni; Rasim Huseynov, 58 anni; Orkhan Orujov, 34 anni; Eran Tekin, 39 anni; Nuh Bal, 50 anni; Birol Altin, 41 anni; Mehmet Kirmizigul, 35 anni; Ebubekir Ozbilen, 30 anni; Murlan Mirzammadov, 30 anni; Ergin Tahir Aycun, 35 anni; Erkan Katircioglu, 49 anni; Onur Coskun, 25 anni.

di Redazione
Pubblicato il Apr 3, 2025


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