Diciassette condanne, due assoluzioni e un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Si chiude così il primo capitolo del processo scaturito dall’inchiesta “Alta tensione”, l’operazione dei carabinieri che nel 2016 portò alla luce un giro di allacci abusivi di energia elettrica costruiti artificialmente e distribuiti nella provincia di Agrigento. Lo hanno disposto i giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato. Il collegio ha inflitto le pene più alte ai due personaggi chiave dell’intera inchiesta: 8 anni di reclusione a Giovanni Trupiano e 6 anni e 4 mesi a Domenico La Porta. Entrambi, ex ispettori dell’Enel, avrebbero intascato tangenti in cambio di controlli inesistenti per favorire il furto di energia elettrica.
Il tribunale ha altresì condannato a quattro anni e sei mesi Gioachino Cuscio; 6 mesi ciascuno per Giuseppe e Simone Modica; 2 anni e 8 mesi di reclusione per Giuseppe Contino; 4 anni e 10 mesi di reclusione per Luigia Vinci; 4 anni e un mese per Domenico Siracusa; due anni e 8 mesi ciascuno per Massimo, Vincenzo e Tommaso Cortelli; 2 anni e 9 mesi per Anna Maria Farruggio; 2 anni e 8 mesi per cinque imputati: Pietro Favata, Angelo Gioachino Sanfilippo, Giuseppe La Mendola e Vincenzo Palumbo. Due, invece, le assoluzioni: Calogero Ciulla, 51 anni, di Santa Elisabetta e Maria Santa Rallo, 67 anni, di Canicattì. Non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di Calogero Schembri, 52 anni, di Montallegro. L’operazione, eseguita nel 2016, scaturì dalla denuncia di un imprenditore a cui era stata avanzata dai verificatori Enel una richiesta di denaro.