Quattro assoluzioni e nove condanne, alcune delle quali ridimensionate rispetto al primo grado di giudizio. Si chiude così anche il secondo capitolo del processo scaturito dalla maxi inchiesta Xidy, l’operazione che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda in provincia di Agrigento. La sentenza è stata emessa nel primissimo pomeriggio dai giudici della seconda sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Antonio Napoli.
L’EX AVVOCATO, I BOSS: TRA CONDANNE E ASSOLUZIONI
Tra i personaggi principali vi è senza dubbio Angela Porcello, l’ ex avvocato ritenuta la cassiera dell’intero mandamento e che ha anche tentato una collaborazione con l’autorità giudiziaria: oggi è stata condannata a 9 anni e un mese di reclusione rispetto ai 15 anni e 4 mesi in primo grado. Confermata, invece, la condanna a 20 anni di carcere dell’ex compagno Giancarlo Buggea, considerato tra gli uomini d’onore più influenti dell’intero mandamento. Lo storico capomafia di Canicattì Lillo Di Caro, invece, sconterà complessivamente 30 anni di reclusione in continuazione con precedenti condanne. Non cambia, invece, la pena inflitta ai boss Luigi Boncori (20 anni), ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Ravanusa, e Giuseppe Sicilia (18 anni e 8 mesi), considerato il capo della famiglia mafiosa di Favara. Quattro le assoluzioni: Simone Castello, ex postino di Bernardo Provenzano, viene oggi scagionato dopo la condanna in primo grado a 12 anni. Insieme a lui vengono assolti anche l’avvocato Annalisa Lentini, Vincenzo Di Caro e Giuseppe Grassadonio. Per il resto è stata interamente confermata la sentenza di primo grado.