Stabili e documentate interlocuzioni tra Cosa nostra palermitana e cosa nostra agrigentina. È quanto emerge dalla maxi operazione antimafia che ha portato all’arresto di 181 persone smantellando ben quattro mandamenti mafiosi del capoluogo siciliano. Tra i destinatari della misura, però, ci sono anche esponenti della mafia agrigentina finiti recentemente in carcere nell’operazione dei carabinieri sulle cosche mafiose di Villaseta e Porto Empedocle.
Si tratta di Pietro Capraro, 39 anni, ritenuto il boss della famiglia mafiosa di Villaseta; Gaetano Licata, 41 anni, braccio destro di Capraro; Gabriele Minio, 36 anni, ritenuto uomo d’onore della stessa cosca. Secondo quanto emergerebbe dalle indagini, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Marzia Sabella, i vertici del clan di Villaseta avrebbero avuto costanti rapporti e interlocuzioni con esponenti del mandamento mafioso di San Lorenzo oggi guidato dai fratelli Serio, luogotenenti del boss Salvatore Lo Piccolo.