A Catania la Messa dell’aurora apre i festeggiamenti in onore di Sant’Agata

Redazione

| Pubblicato il martedì 04 Febbraio 2025

A Catania la Messa dell’aurora apre i festeggiamenti in onore di Sant’Agata

di Redazione
Pubblicato il Feb 4, 2025

CATANIA (ITALPRESS) – La Messa dell’aurora ha aperto, come da centenaria tradizione, il trittico dei solenni festeggiamenti religiosi in onore di sant’Agata, patrona di Catania. Si tratta di una delle più antiche e importanti feste del cattolicesimo al mondo per numero di persone che l’evento coinvolge. Ieri è stato rispettato in maniera ortodossa il magistrale corteo per il dono della cera, che dalla chiesa di Sant’Agata alla Fornace ha raggiunto la Cattedrale, quest’anno chiesa giubilare, attraversando piazza Stesicoro – luogo del martirio della giovanissima Agata – e via Etnea. Tra due ali incontenibili di folla vi hanno partecipato le più alte autorità civili, militari e religiose della provincia. Una processione augusta, quasi chilometrica, insieme alle confraternite, al mondo dell’associazionismo e alle undici artistiche candelore, giganteschi ceri rivestiti con decorazioni artigianali, che raccontano le storie di devozione attraverso putti in legno dorato, scene di martirio, santi, fiori e bandiere. La Basilica, successivamente è stata chiusa per consentire al comitato organizzatore dell’evento sacro di effettuare gli adempimenti preliminari legati alla ricorrenza di oggi.
Il via libera alla riapertura al culto del Duomo, dopo che gli artificieri della Polizia di Stato hanno proceduto alle cosiddette propedeutiche operazioni di bonifica del tempio, così come in gergo vengono chiamate dai tecnici. Cattedrale, dunque, blindata e accesso contingentato per accogliere non più di 2800 fedeli, anche se ieri mattina forse ce ne erano molti di più. Così, la solenne funzione religiosa ha avuto inizio intorno intorno alle 4,30 preceduta dalla recita del santo Rosario meditato e dai riti collegati alla indizione del Giubileo dei devoti di sant’Agata. Accompagnato poi dallo sventolio dei fazzoletti bianchi dei devoti, che indossavano il tradizionale candido sacco e la berretta nera, finalmente è arrivato il momento tanto atteso: l’apertura del sacello o in gergo Cameretta. E’ quella che ospita l’argenteo busto-reliquiario con il teschio e la cassa toracica delle spoglie mortali della Vergine e martire catanese e dello scrigno, anch’esso argenteo di fattura gotica, che custodisce gelosamente un’urna funebre delle restanti parti del corpo, sarcofago realizzato in seguito al ritorno da Costantinopoli delle spoglie mortali dell’eroina cristiana del quale nel 2026 sarà celebrato il nono centenario. Nell’attuale Istanbul erano finite come bottino di guerra. Busto-reliquiario e sarcofago sono stati quindi posti nel presbiterio della Basilica Cattedrale, dove l’arcivescovo metropolita Luigi Renna ha concelebrato la Messa dell’aurora con il vescovo di Albano, Vincenzo Viva.
Quella di Luigi Renna è stata un’omelia che si è sviluppata in ventidue minuti sul filone della speranza, quella speranza che ha nutrito il cuore di Agata, “Che non è individuale, ma condivisa – ha sottolineato – che non delude in quanto è basata su Dio”. Sollecitando equità e giustizia per tutti, il presule ha parlato al cuore dei catanesi, in particolare a quello dei carcerati e poi si è rivolto alle autorità locali e al mondo del lavoro, chiedendo agli imprenditori di offrire la loro disponibilità per sponsorizzare l’iniziativa lanciata dalla Diocesi, che si appresta a istituire borse-lavoro per gli ex detenuti “Allo scopo – ha detto – di creare opportunità a coloro che sono inciampati e intendono rialzarsi”. Il presule ha rigettato ancora una volta il concetto di “pratica festaiola di vivere la fede, che sfugge alla progettualità ed ecco perchè occorre organizzare la speranza. Secondo l’arcivescovo metropolita: “Catania ha bisogno di pensarsi come una città, da consegnare alle generazioni future meglio di come è stata ereditata”.
“Catania non appartiene ai prepotenti – ha aggiunto monsignor Luigi Renna – per cui organizzare la speranza significa nel concreto adoperarsi per i nostri fratelli e le nostre sorelle carcerati. Voi vivete in questo momento la privazione della libertà, ma io vi dico da questo luogo santo che voi potete cambiare strada. E’ pur vero che voi avete messo a repentaglio i beni e la vita degli altri, spesso al servizio della criminalità organizzata, che vi ha usato e come un fazzoletto sporco vi ha poi gettato. Cari detenuti e care detenute, io vi invito non siete rovinati per sempre. Guardate al vostro cuore e a liberarvi da quelle catene che vi tengono prigionieri, ancor prima di essere stati messi in manette”. Ma quali sono queste catene alle quali fa riferimento il presule: “La convinzione che possedere soldi, avere un Rolex d’oro, una tuta di marca faccia la libertà della persona, a prezzo di che cosa? A prezzo dello spaccio, alla ricerca del pizzo, delle rapine e delle truffe. E che dire di tanti di voi che per avere i soldi per la droga hanno perso il controllo di sè picchiando gli anziani genitori o hanno spacciato con il bambino in braccio. Guardate a sant’Agata. E’ tempo di cambiare anche per voi. Come Agata alla quale l’apostolo Pietro tese le mani, anche voi detenuti avete tante mani tese di chi ha cura di voi e auspichiamo che in tutte le carceri italiane ci siano condizioni di vivibilità, capaci di superare precarietà e sovraffollamento. In primo luogo ci sono le mani tese di coloro che vi sorvegliano, ma soprattutto il volto di Dio e il pensiero dei vostri genitori, delle vostre mogli e dei vostri figli.
Liberatevi delle diffidenze”.
Monsignor Luigi Renna ha poi sottolineato che esiste un secondo filone per il quale occorre organizzare la speranza ed è quello che investe le mamme che iniziano una gravidanza troppo giovane, in numero sempre più crescente a Catania, a quattordici/quindici anni, unioni che finiscono dopo qualche anno perchè i loro compagni non sono spesso in grado di avere indipendenza economica e ognuno prende la sua strada. “Occorre un cambio di mentalità nelle famiglie – ha aggiunto l’arcivescovo metropolita – in quanto certi genitori non vedono l’ora di abbandonare le figlie al loro destino, in quanto rappresentano solo una bocca da sfamare, condannandole a una povertà educativa. Voi mamme catanesi avete un merito: avere accettato la vita e di non ricorrere all’aborto. Ora prendetevi cura dei vostri figli e fate in modo che siano più responsabili di voi”. E in tal senso anche l’educazione cristiana deve fare la propria parte. Rivolgendosi poi alle istituzioni, il prelato ha salutato con ottimismo il progetto di risanamento del quartiere San Cristoforo “Che sarà portato egregiamente in porto da chi è stato chiamato a coordinare”, ha detto aggiungendo: “Abbiate una prospettiva lungimirante – ha concluso il pastore diocesano – perchè in alcune zone di Catania non servono iniziative sporadiche o che abbiano il sapore della discontinuità ma soluzioni durature per cambiare il volto del quartiere. Non aspettiamoci soldi, ma cambiamenti strutturali”, concludendo con le parole del cardinale Carlo Maria Martini: “La speranza è anche una virtù politica è rimedio alla decadenza morale e sociale; coraggio di opporsi al degrado e di non ritenerlo inevitabile”. A conclusione della Messa dell’aurora, dopo le riflessioni dettate dal parroco della Cattedrale monsignor Barbaro Scionti, dal Duomo si è snodata la processione per dare vita al cosiddetto “giro esterno”, che si concluderà a tarda notte. A quasi metà percorso, in piazza Stesicoro, in un bagno di folla, è previsto un nuovo intervento dell’arcivescovo metropolita, che nella circostanza è solito toccare oltre ai temi pastorali anche temi sociali. Domani, poi, l’attesa per il Pontificale presieduto dall’arcivescovo metropolita di Bologna, cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana.
– foto xq4 Italpress –
(ITALPRESS).

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Pubblicato il Feb 4, 2025


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