“Appare evidente che sussiste il pericolo di reiterazione” del reato anche alla luce del fatto che “l’orrore ha avuto fine solo grazie al tentativo della ragazza di liberarsi” e che, “alla base della personalità degli indagati, poco avvezzi al vivere civile, appare probabile che, in assenza della disperata reazione, la terribile violenza sarebbe proseguita anche a opera di altri indagati”.
Lo scrive il Gip Carlo Umberto Cannella nel provvedimento con cui convalida il fermo ed emette un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro maggiorenni accusati di avere preso parte, assieme ad altri tre giovani, due dei quali minorenni, alla violenza sessuale di gruppo ai danni di una 13enne catanese nei bagni pubblici della Villa Bellini. Il provvedimento accoglie la richiesta del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e della sostituta Anna Trinchillo. Sono così sei le persone in carcere per la violenza sessuale del 30 gennaio scorso: ieri il Gip per i minorenni ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per gli altri tre indagati Per il giudice Cannella è “indicativo della personalità” dei giovani egiziani che bloccano il fidanzato 17enne della vittima “l’avere agito agevolando e consentendo ad altre persone di violentare una ragazzina di appena 13 anni senza un minimo rimorso, anzi in alcuni casi assistendo alla scena”. Il Gip ritiene sussistere le esigenze cautelari “alla luce della personalità degli indagati, autori di un’azione che non può che suscitare orrore e che indica un livello estremo di una loro pericolosità sociale”.
Il giudice ritiene adeguata la misura della custodia cautelare in carcere per tre di loro e degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico per il quarto in considerazione del fatto che si è presentato spontaneamente ai Carabinieri, fornendo elementi utili alle indagini. La stessa valutazione sulla pericolosità sociale e sulla reiterazione del reato è stata fatta dal gip del tribunale per i minorenni che ieri, accogliendo la richiesta della Procura, diretta da Carla Santocono, ha disposto la custodia cautelare in carcere per altri tre indagati, compresi i due presunti autori degli abusi fisici sulla tredicenne. I tre si sarebbero difesi respingendo ogni accusa. Come hanno fatto anche i maggiorenni che avrebbero sostenuto di essere andati nei bagni pubblici della Villa Bellini perché richiamati dalle urla che provenivano da lì. Ma nessuno di loro, racconterà la vittima, “ha detto ‘lasciatela stare’ o ha cercato di interrompere la violenza”.
Della 13enne ha parlato con ‘Ore14’ di Raidue il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita: “Ho visto una ragazza serena, determinata e ferita, ma desiderosa di giustizia, senz’altro più matura della sua età, non desiderosa di vendetta e senza rendersi disponibile a riconoscimenti incerti: questa ragazza, vittima di un reato grave, ha dato esempio di obiettività, reagendo avendo fiducia nella Giustizia”. La violenza è avvenuta nel periodo in cui a Catania si festeggia Sant’Agata e a iniziative concluse il sindaco, Enrico Trantino, in un post su Facebook, scrive che “qualcuno ha anche ritenuto che dovessimo rivedere l’organizzazione, per effetto del tragico episodio accaduto alla Villa che ci ha ferito l’anima, provocando un lancinante dolore; ma, se da un lato non sarebbe servito per alleviare il diffuso malessere, dall’altro è come se lo stare insieme alla nostra patrona alimentasse un comune senso di solidaristica reazione: tante persone strette tra loro a simboleggiare l’unione simbolica con due ragazze violate”.
Sulla violenza sessuale di gruppo indagano i Carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania, in collaborazione con militari dell’Arma del nucleo Operativo della compagnia Piazza Dante e della stazione Piazza Verga.