Sono 16 le misure cautelari, di cui 10 in carcere, eseguite dalla polizia di Siracusa nel corso di una vasta operazione antidroga scattata all’alba di questa mattina a Siracusa. Si tratta di una inchiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania nei confronti di un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Al blitz stanno prendendo parte gli agenti della Squadra mobile di Siracusa e altri reparti della polizia.
Gli indagati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere sono Agostino Urso, 67 anni; Pasqualino Urso, 52 anni; Carmela Falco, 64 anni; Concetto (detto Simone) Urso, 24 anni; Francesco Granata, 45 anni; Manuel Pisano, 34 anni; Salvatrice Aglianò, 28; Marco Campisi, 48; Emanuele Riani, 42; Shajla Tringali, 30 anni. Sei gli indagati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria tra cui i due palermitani da cui il gruppo si riforniva. L’indagine e’ stata sviluppata dalla Squadra mobile di Siracusa tra il novembre 2017 e il settembre 2021. Il gruppo era attivo nella piazza di spaccio di viale Santa Panagia, a Siracusa, con pusher che ruotavano, anche con turni notturni, per garantire la possibilita’ di acquistare lo stupefacente in qualunque momento della giornata.
La base logistica e operativa era l’abitazione di uno dei principali indagati. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati oltre 3 chili di cocaina e piu’ di 28 chili di hashish, insieme a varie quantita’ di marijuana, pari ad un mancato guadagno di oltre un milione di euro. Il capo dell’organizzazione di avvaleva del cugino, suo stretto collaboratore in posizione quasi paritaria, e di alcuni membri delle rispettive famiglie. Vi erano uno stretto collaboratore del capo dell’organizzazione per l’approvvigionamento e vari addetti alla vendita al dettaglio. Ai vari “corrieri cittadini” era affidato, poi, il compito di trasportare la sostanza stupefacente dai luoghi di custodia alla base operativa dell’associazione. Forniture di cocaina venivano contrattate nell’hinterland della provincia di Reggio Calabria; inoltre, e’ stato accertato il coinvolgimento di fornitori di hashish sia di Palermo sia di Siracusa.