Temevano per la vita di Valentina i suoi familiari. E avevano cercato di convincerla a trasferirsi lontano da Catania, in Germania, per allontanarla dal contesto violento in cui era costretta a vivere. Lo racconta una cugina della ragazza assassinata dal figlio non ancora 15enne, lunedì scorso.
Il giovane, fermato poche ore dopo il delitto, viveva con la nonna paterna – il padre e il nonno erano in carcere – e la sera dell’assassinio avrebbe raggiunto Valentina nella casa da cui stava per traslocare. Forse dopo l’ennesima lite, scoppiata perchè il ragazzo non accettava che la madre avesse deciso di prendere le distanze dal padre detenuto, le ha sferrato 4 coltellate alla gola e alla schiena.
“In famiglia sapevamo che correva dei rischi – dice la cugina Cristina Bonanzinga – ed avevamo paura, per questo la incitavamo ad andare via”.
I familiari della giovane uccisa, che aveva un figlio minore di 10 anni che voleva allontanare dai nonni paterni, non la lasciavano mai sola. E raccontano di appostamenti, aggressioni fisiche subite dal padre di Valentina, finito in ospedale e di danneggiamenti. La ragazza aveva denunciato, come aveva denunciato i messaggi minacciosi ricevuti da numeri anonimi, ma poi aveva ritirato le querele e le indagini non erano andate avanti.