L’Autorità giudiziaria di Palermo ha delegato la Polizia di Stato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 soggetti, di cui 6 maggiorenni e 5 minorenni, ritenuti i componenti di una pericolosa “banda criminale giovanile” denominata “Arab Zone 90133”, autori di molteplici aggressioni, alcune eseguite con particolare violenza, attraverso l’utilizzo di bottiglie di vetro rotte e bastoni, ai danni di frequentatori di questo centro cittadino, tra cui molti minorenni, compiute tra il 7 gennaio ed il 15 giugno scorso.
Ecco gli indagati nell’operazione nell’operazione ArabaZone a Palermo: in carcere sono Aziz Rabeh, 19 anni, Ayoub Latrach, 19 anni, Bablo Ali, 20 anni, Imanalah Hamraoui, 20 anni, Yassine Attia, 19 anni, Yassine Drief, 19 anni. Ai domiciliari Khalid Ndong. Gli altri sono minorenni. Due sono al Malaspina e tre in comunita’ per minori a rischio di devianza.
Le brutali aggressioni sono state perpetrate, prevalentemente,nel fine settimana nei luoghi del centro storico ove sono soliti riunirsi giovani ragazzi.
In alcuni casi sono stati registrati anche più episodi di violenza nel corso della stessa serata.
Tale modus operandi, compatibile con le tipiche ostentazioni criminali del “branco”, infondeva a tutto il gruppo maggiore sicurezza nel compiere le azioni delittuose manifestando la propria energica autorevolezza sul territorio mediante una violenza inaudita.
La presenza della predetta banda criminale nell’area di riferimento ha infatti contribuito nel corso delle settimane ad ingenerare un allarmante clima di paura ed una percezione di scarsa sicurezza nei giovani frequentatori del centro storico.
Nel corso degli accertamenti, sviluppati con l’ausilio delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, sono stati infatti acquisiti indiziari e concreti elementi di colpevolezza a carico di un gruppo composto da minorenni e maggiorenni, stranieri ed un italiano che, attraverso un consolidato schema di azione, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di lesioni aggravate, percosse, minacce, resistenzaai danni di un appartenente della Polizia di Stato, libero dal servizio ed una rapina aggravata.
Le identificazioni effettuate da questo Ufficio sono state successivamente corroborate dalle individuazioni fotografiche alle quali sono state sottoposte le persone offese e sono risultate in perfetta corrispondenza con quanto riscontrato dagli accertamenti compiuti nei profili social del gruppo.
Infatti, il predetto gruppo risulta molto attivo sui social network: “Tik Tok”, “You Tube” ed in particolare “Instagram”, con un profilo denominato “arabzone90133”, attraverso il quale gli stessi, “goliardicamente”, attestano la propria appartenenza ad un sodalizio di origine magrebina affermando il proprio dominio sul territorio ove agiscono.
Il predetto profilo social è seguito da 1.385 follower, perlopiù minorenni, nel quale gli stessi pubblicano foto e video che li ritraggono, in alcuni casi parzialmente travisati, nei luoghi del centro storico, teatro degli eventi delittuosi, con didascalie che, in alcune occasioni, rimarcano il controllo del territorio ottenuto infondendo paura.
Alcuni componenti del gruppo, inoltre, compaiono in video musicali su “You Tube” che hanno migliaia di visualizzazioni.
Pertanto in base al grave quadro indiziario rassegnato dalla Squadra Mobile ed in considerazione dei consistenti elementi di reiterazione del reato e pericolosità sociale del sodalizio, le competenti Autorità giudiziarie hanno emesso 11provvedimenti, tutti di natura restrittiva, di cui n. 5 misure di custodia cautelare in carcere e n.1 misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico a carico degli indagati maggiorenni mentre l’Autorità Giudiziaria Minorile ha disposto n.2 misure di custodia cautelare presso l’ I.P.M Malaspina e n. 3 misure del collocamento in comunità.
Si precisa che i provvedimenti restrittivi accolgono un quadro indiziario di colpevolezza degli indagati il cui coinvolgimento e responsabilità sarà definito solo nelle successive fasi processuali.
Dichiarazioni del Questore
“Qua rispetti chi temi mica chi ti tratta bene” oppure “Certi personaggi che ci portiamo dietro sono più terribili di quelli che abbiamo dentro”. Con queste frasi a commento delle bravate criminali postate sui social sotto il profilo “Arabzone90133”, il gruppo, o meglio il branco, di giovanissimi, alcuni maggiorenni altri minorenni, prevalentemente di origine maghrebina, seconda generazione di immigrati, parte dei quali nati a Palermo, esaltavano azioni criminali come rapine, furti, aggressioni senza motivo, tutte perpetrate in centro intorno a via Maqueda, e tutte perpetrate in branco in danno di altri giovani, anche disabili, dall’inizio dell’anno fino a qualche settimana fa, quando il cerchio degli investigatori della Polizia di Stato ha iniziato a stringersi attorno a loro. Pretendevano con la violenza agita in gruppo di “controllare il territorio”. Il loro profilo social annovera più di 1400 follower. Sottocultura alimentata probabilmente da film e serie che esaltano le gesta criminali, rabbia sociale, emarginazione, uso di stupefacenti, molto probabilmente questo è il mix che sta facendo scivolare nel crimine le fasce più giovani ed emarginate delle nostre metropoli