Continua a preoccupare l’emergenza siccità, soprattutto al Nord Italia, mentre tutta la penisola è avvolta da una grande ondata di calore con l’arrivo dell’anticiclone africano Caronte.
E a rendere il quadro più fosco è la piaga degli incendi, che si riapre al Centro, nel Sud e nelle isole. Gli ambientalisti vanno all’attacco del governo, accusato di non avere una strategia o, peggio, di difendere proprio quegli interessi che sono all’origine della crisi climatica. E in assenza di soluzioni di ampio respiro, a mobilitarsi è la Chiesa.
L’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha recitato il rosario per la pioggia, in tre località della “Bassa”, la zona più agricola della diocesi, esprimendo la solidarietà ai coltivatori della terra, agli allevatori di bestiame e alle loro famiglie. E anche un parroco del Chianti, don Cristian Comini, ha invitato i fedeli a pregare per le precipitazioni.
Contro la siccità serve un cambio di passo, cioè imboccare la strada della prevenzione, a partire dal recupero dell’acqua piovana: la sollecitazione arriva da Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazione).
“Il ministro Cingolani già da marzo 2022 sapeva del disastro idrico che l’Italia avrebbe subito in questi giorni. L’UE aveva inviato al governo italiano un rapporto scientifico. Perchè il governo non ha adottato nei mesi scorsi quei provvedimenti necessari?” chiede polemicamente Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, richiamando l’attenzione sugli “acquedotti colabrodo”: 104.000 litri di acqua al secondo persi per circa 9 miliardi di litri al giorno.
“Cingolani e Giorgetti bloccano la transizione in UE e chiedono di rinviare di 5 anni lo stop ai motori a scoppio. Chiederanno di rinviare anche la siccità e le ondate di calore al 2040?” è invece l’interrogativo provocatorio che arriva dagli attivisti di Fridays for Future, con l’accusa ai due ministri di difendere “i peggiori interessi fossili”. Se è soprattutto il Nord a combattere contro la siccità, nel resto del Paese allarmano anche gli incendi.
Una pineta è stata completamente distrutta dalle fiamme nel territorio di Minervino Murge, nel nord Barese, dove da ieri pomeriggio è scoppiato un incendio che interessa complessivamente un’area di 150 ettari: impegnati anche due Canadair nelle operazioni di spegnimento. Decine di roghi nel palermitano hanno mandato in fumo ettari di macchia mediterranea e sterpaglie. Soffre anche l’Emilia Romagna: diversi gli incendi in provincia di Ravenna, i due più grossi di stoppie di grano, mentre vicino ad Arezzo bruciano i boschi di Bivignano. Nell’agrigentino, grosso incendio in località Favarelle e Nuvi a Caltabellotta con di elicottero e due canadair nonché squadre e autobotti del corpo forestale e dei vigili del fuoco. Da capire l’orige del fuoco che ha attaccato per diverse ore un chilometro di territorio.
Nel Lazio le fiamme attaccano un’ampia distesa di sterpaglie a Roma, in località Ponte di Nona, vicino ad alcuni insediamenti agricoli: l’intervento dei vigili del fuoco ha preservato dalle fiamme 5 capannoni, uno dei quali adibito a canile, consentendo di salvare 20 cuccioli.
Intanto la colonnina di mercurio schizza in alto su tutta l’Italia: 40 gradi a Taranto, 39 ad Agrigento e Padova, 38 a Catanzaro e Ravenna, 37 a Bergamo, Cremona, Frosinone, Catania e Torino. E domani sarà caldo torrido anche a Bologna, Roma, Firenze, Napoli con temperature tra i 37 e i 39 gradi.
Allerta rossa, intanto, domani in cinque delle nove province della Sicilia, con rischio incendi e ondate di calore. Lo ha diramato la Protezione civile regionale, secondo la quale “il robusto anticiclone di origine nord-africana presente sul Mediterraneo centrale indurrà un ulteriore aumento delle temperature che registreranno valori massimi elevati o molto elevati, specie al centro-sud”. La ventilazione, seppur di debole o moderata intensità, “si disporrà dai quadranti meridionali, con locali rinforzi sulle due Isole maggiori e lungo i settori costieri centro-settentrionali”.
L’allerta nelle province di Palermo, Enna, Catania, Siracusa e Ragusa è rossa. Allerta gialla, invece, nelle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Messina.