Rientro a scuola domani, giovedì 13 gennaio, per gli studenti siciliani. Lo ha deciso la task force regionale sulla scuola, convocata dall’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla, che si è appena conclusa. Tra i presenti alcuni rappresentanti sindacali, oltre che l’Ufficio scolastico regionale. Dopo le vacanze di Natale il rientro era stato fissato per il 10 gennaio ma la task force, alla luce dell’impennata di contagi da coronavirus, aveva fatto slittare il ritorno tra i banchi di tre giorni. Confermata, quindi, la riapertura delle scuole per domani.
Gli accessi alle classi saranno differenziati e chi ha sintomi riconducibili al Covid non sarà ammesso a scuola. Così come previsto dalle disposizioni in vigore, soltanto se in una classe si registrano almeno tre casi di positività al Covid 19 tutti gli alunni seguiranno le lezioni con la Didattica a distanza.
L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha spiegato che “non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attivita’ didattiche”. La sospensione delle lezioni in presenza e’ possibile solo in zona rossa, arancione e nei casi previsti dal decreto nazionale. Condizioni necessarie ma non sufficienti per andare in Dad poiche’ ci vuole l’avallo dell’Asp.
Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, ha sottolineato che la Sicilia ha comunque dati pandemici piu’ bassi rispetto alla media nazionale. Anche l’associazione nazionale dei presidi, si e’ schierata per il ritorno a scuola senza se e senza ma.
Le reazioni dei sindacati
“Tornare a scuola già domani è un gravissimo errore. E assurdo sperare di diventare zona arancione o rossa per tenere chiuse le scuole. Ciò vuol dire auspicare un incremento delle degenze in terapia intensiva”. Lo dice il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, a margine della riunione della task force di stamani che ha deciso il ritorno in classe domani degli studenti anche in Sicilia. “Non lo diciamo solo noi che bisogna ritardare il ritorno a scuola – aggiunge – ma anche la comunità scientifica, nonché autorevoli esperti come lo stesso consulente del ministero della Salute, il professor Ricciardi”. “E giunto il momento che il governo nazionale – continua Rizza – si assuma le responsabilità che gli competono e faccia un mea culpa rispetto a tutto quello che non è stato fatto. Le promesse sui tamponi gratuiti e sulla fornitura di mascherine ffp2, tra l’altro solo in casi particolari, sappiamo con certezza che saranno difficilmente realizzabili”. “Il tracciamento e la fornitura dei presidi di protezione sono due condizioni fondamentali – rimarca Gaetano Agliozzo, segretario della Fp Cgil Sicilia – per garantire il ritorno a scuola in sicurezza. Condizioni che sono state disattese”. “Dal dibattito – prosegue Gabriella Messina della Cgil Sicilia – sono emerse le difficoltà e le criticità legate ad un andamento epidemiologico in itinere impone strategie e misure adeguate, nessuna esclusa, ed investimenti concreti da tempo invocati per garantire la scuola in sicurezza”. Per Katia Perna della Flc Cgil Sicilia “continuano le difficoltà nel reperimento dei supplenti per la sostituzione del personale assente e nelle comunicazioni relative alla positività degli alunni. Tutto ciò mentre non ci risulta che siano state adottate nuove misure per potenziare e rendere efficace e tempestivo il tracciamento”. “La riapertura – conclude il dirigente scolastico Franco Pignataro – non risolve il problema della didattica in presenza ed in dad, assai contraddittoria dal punto di vista metodologico. Come al solito i ritardi negli interventi creano queste condizioni indecifrabili”.