“Pernottamenti in hotel”, molte volte di lusso, pranzi e cene in ristoranti alla moda, “trasferte in aereo” e persino “ricariche telefoniche e il pagamento di bollette e l’acquisto di generi di consumo”, per un totale di quasi 50 mila euro, “pagati con le carte di credito del Consorzio universitario di Agrigento”. Eccolo, nero su bianco, l’atto di accusa della Procura di Agrigento nei confronti di Joseph Mifsud, misteriosa figura chiave al centro dell’intrigo internazionale Russiagate e di cui si sono perse le tracce dalla fine di ottobre del 2017.
I pm, come apprende l’Adnkronos, hanno chiesto il rinvio a giudizio per Mifsud, accusato di peculato in concorso, e altre due persone, Olga Matraxia, “in veste di dirigente del settore Affari generali del Consorso universitario di Agrigento” e Andrea Occhipinti, “come dirigente del Settore finanziario del Consorzio”, come si legge nella richiesta al gup.
Per la Procura quei soldi sarebbero serviti per il “soddisfacimento di spese esclusivamente personali a beneficio di Mifsud” e “dei soggetti, non identificati, che con lui si accompagnavano”. In particolare, il Procuratore Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella, che hanno coordinato l’inchiesta, con la pm Chiara Bisso, contestano al misterioso personaggio di cui si sono perse le tracce, e a cui non è stato è possibile neppure recapitare la richiesta di rinvio a giudizio, una serie di spese che vengono elencate, una per una. Dai 2.693,47 euro “per utilizzo della carta di credito” agli 804,88 euro di “rimborso spese viaggio”, e altri 1,445 euro di carta di credito. E ancora rimborsi di spese di viaggio, tantissime, per migliaia di euro. Il tutto per un totale di 46.117,34 euro, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio visionata dall’Adnkronos. Non solo.
A Mifsud, condannato di recente anche dalla Corte dei Conti di Palermo a risarcire un danno erariale alla provincia di Agrigento, la Procura di Agrigento contesta anche l’appropriazione indebita di “un notebook MacBook Air del valore di 2.455 euro, un Ipad del valore di 695 euro, un BlackBerry del valore di 469 euro, e altri telefoni cellulari per un valore che supera altri duemila euro. Il misterioso personaggio è sparito dopo il suo coinvolgimento nell’affaire internazionale Joseph Mifsud, che era stato nominato presidente del Consorzio universitario di Agrigento nel 2009 su indicazione dell’allora presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, è sparito dai radar della giustizia dopo che, nell’ottobre del 2017, gli investigatori Usa dell’epoca resero noto il suo coinvolgimento nel Russiagate.
E’ stato cercato ovunque, nel suo appartamento a Roma, presso il suo ex campus alla Link university di Roma, a Londra. Secondo il Comitato nazionale democratico che ha citato in giudizio Mifsud anche per l’hackeraggio di migliaia di email di Hillary Clinton nel 2016, il professore potrebbe essere “scomparso o forse morto”. Tante le voci, alcune lo darebbero addirittura in Russia. Due anni fa l’avvocato di Joseph Mifsud, Stephan Roh, intervistato dall’Adnkronos aveva detto di non sapere dove fosse il suo cliente. “Non so dove sia, l’ultima volta che ho avuto sue notizie fu la scorsa primavera, attraverso una terza persona”, si limitò a dire. Per capire dove fosse finito Mfsud, due anni fa l’ex ministro della Giustizia William Barr e l’ex procuratore John Durham, che per conto dell’ex Presidente Donald Trump hanno condotto la contro-inchiesta sul Russiagate, erano volati a Roma per chiedere l’aiuto della nostra intelligence. Ma niente da fare. Nel 2019 fece avere un audio all’Adnkronos ‘Nessun contatto con amici e famiglia’.
Il 13 nov 2019 Mifsud fece arrivare all’Adnkronos un audio con la sua voce: “Spero che farete conoscere le mie parole, per favore ascoltate i file allegati”, un messaggio, inviato con un sistema di mail anonimo e criptato che ha sede in Svizzera, firmato JoMif, acronimo che sta, o dovrebbe stare, per Joseph Mifsud. “Oggi è l’11 novembre 2019, io sono Joseph Mifsud, questa è la mia voce”. Iniziava così l’audio in inglese fatto pervenire per e-mail, in due diversi file, nella quale una voce che sostiene essere quella di Joseph Mifsud, il professore al centro del Russiagate, rilascia una serie di dichiarazioni. “Vorrei prima di tutto dire che non ho assolutamente nessun contatto con amici e familiari e che non ho avuto contatti con amici e familiari per diversi mesi. Sono quasi due anni ormai che l’intera questione è esplosa ed è stata presentata ai media mondiali e sul palcoscenico mondiale come se avessi qualcosa a che fare con questioni riguardanti Paesi o avessi tentato di infiltrami, è assolutamente assurdo, in programmi, contatti o qualsiasi altra istituzione del mondo”, affermava la voce. “Sono stato per tutta la vita un uomo di relazioni e questo è quello che so fare bene. Provo a mettere in contatto un gruppo con un altro (ma, ndr.) no e sottolineo no, nessuno in qualsiasi servizio, servizio segreto o di intelligence o nessuno di questo tipo. Se ho avuto contatti con questi non sapevo che quella persona o questa persona aveva legami con qualsiasi istituzione. E questo è estremamente importante”, diceva la voce nell’audio.
Sono trascorsi altri due anni, nel frattempo è scoppiata una pandemia mondiale, ma di Joseph Mifsud non c’è alcuna traccia. La Pocura di Agrigento continua a cercarlo, ma finora senza esito. L’udienza preliminare si terrà il 12 febbraio 2022 davanti al gip Francesco Provenzano. Ma con ogni probabilità potrebbe saltare. Per problemi di notifica. Il ‘fantasma’ di Mifsud continua ad aleggiare ma resta imprendibile. (di Elvira Terranova) (Ter/Adnkronos)