Sequestrati due bar in pieno centro di Messina, luogo di ritrovo della movida cittadina, oltre a immobili e auto, a un clan mafioso. Arrestata la figlia del boss. Blitz dei finanzieri del Comando provinciale che hanno eseguito la misura cautelare a carico di una 26enne, figlia del boss messinese di 46 anni, Salvatore Sparacio, con il contestuale sequestro di due bar nel centralissimo corso Cavour, beni immobili e mobili per un valore stimato di oltre 1 milione di euro.
La giovane e’ accusata di intestazione fittizia di societa’, beni immobili ed autovetture, in realta’ riferibili al padre che continuava a gestirli. Salvatore Sparacio, fratello dello storico boss poi divenuto collaboratore di giustizia, e’ stato coinvolto, nell’aprile scorso, nell’operazone “Provinciale”, che ha smantellatoil gruppo criminale attivo nel Rione Ariella, conosciuto come Fondo Pugliatti.
Le indagini dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina ed eseguite dagli specialisti del Gico della Guardia di finanza peloritana avevano documentato come il clan mafioso costituisse un importante riferimento per le scommesse illecite, tanto da spuntare commissioni del 40% sugli incassi, forte anche di consolidati rapporti con dirigenti maltese del settore, rilevando, pericolose connessioni con esponenti della politica locale. Nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, fece scalpore il funerale del padre di Sparacio, in violazione di tutte le norme anti Covid all’epoca vigenti.
Il provvedimento di oggi interviene dopo il recente riconoscimento, da parte del Tribunale del Riesame, dell’esistenza e autonoma operativita’ del clan mafioso, inizialmente ritenuto subordinato a un altro clan. Nel merito, su appello della Dda, il Riesame ha affermato come i rapporti tra i due boss e i due clan fossero caratterizzati da un patto di “non belligeranza in forza del quale il referente di un gruppo criminale interviene nei momenti di difficolta’ attraversati dal gruppo concorrente, cosi’ disponendo l’aggravamento della misura cautelare nei confronti dei partecipi degli indagati inizialmente posti ai domiciliari e poi condotti, in questo mese, nelle carceri di Messina e Caltanissetta.
Nella medesima direzione, la circostanza che il gruppo legato a Sparacio appoggiasse, nelle elezioni del 2018, candidati diversi da quelli appoggiati dall’altro gruppo mafioso: gruppi mafiosi autonomi, dunque, dotati di autonomo spessore e carisma criminale. Il provvedimento di sequestro ha interessate oltre ai due bar nel centralissimo corso Cavour, anche una quota pari al 25% di una srls, con sede a Messina ed operante del settore della consulenza pubblicitaria, due fabbricati, un’auto e denaro contante pari a 15 mila euro, il tutto per un valore complessivo di stima pari a 1,1 milioni.