“Per consentire in estate la balneazione nella zona della Playa, poichè in quella zona nel periodo non estivo tutti gli scarichi non vengono depurati, si blocca il corso di determinate acque interessate dall’inquinamento e così si impedisce il loro sversamento in mare. La compromissione ambientale è veramente notevole e si accumulerà nel tempo”.
Lo ha detto il Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro durante una audizione sul tema della depurazione delle acque reflue in Sicilia da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. All’audizione ha preso parte il procuratore aggiunto Agata Santonocito, che sull’argomento ha aggiunto: “Ciò accade sulla scorta di provvedimenti che vengono formalmente adottati dall’Ufficio manutenzione e servizi tecnici del Comune di Catania. Non voglio dire che sono provvedimenti che sottoscriverei o che ritengo siano i più adeguati ma mi rendo conto che l’arrivo dei liquami sulla costa significherebbe certamente compromettere in modo assoluto la possibilità di usufruire della spiagge. Una soluzione va presa sicuramente ma non spetta certamente alla Procura indicare quale possa essere la migliore”.
Continua Zuccaro: “La Procura di Catania ha potuto istituire dei procedimenti penali, alcuni significativi, altri di minore rilevanza, che interessano soprattutto il reato di inquinamento ambientale di imprese industriali che scaricano nelle acque reflue senza una preventiva attività di filtraggio. Quello che a mio avviso è più rivelante – aggiunge– con la premessa che si tratta di un attività che è coperta dal segreto istruttorio, è l’azione penale che interessa gli amministratori e funzionari del Comune di Motta Sant’Anastasia”. Al di là dell’impianto di depurazione – evidenzia Zuccaro – è proprio il sistema fognario di una città come Catania e di tutto il suo hinterland, vecchissimo e compromesso negli anni, a cui non si è posto rimedio. Un sistema fognario che si basa su due grosse condutture, una delle quali è il cosiddetto allacciante, progettato negli anni ’50 e che presenta criticità”.